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“SOUL” di Starry Venus

  • Immagine del redattore: Ester
    Ester
  • 15 giu
  • Tempo di lettura: 2 min
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Alcune musiche sembrano un impulso sotto la pelle: calma, costante, antica. SOUL, l'EP di debutto di Starry Venus, arriva proprio in quel modo: non come dichiarazione, ma come energia. Si muove delicatamente, con chiarezza e scopo, offrendo un'esperienza che sembra meno come l'ascolto e più come l'allineamento. Attraverso sei tracce accuratamente intrecciate, l'artista con sede a Sedona crea un mondo in cui il suono diventa rituale. Le sue composizioni scivolano tra regni elettronici e acustici, abbinando sintetizzatori cristallini con trame terrose in un modo che sembra sia intenzionale che intuitivo. Qui niente è forzato. Invece, ogni nota si svolge come il respiro, guidato dal ritmo e radicato nella presenza. C'è un'intimità nella produzione, come se l'ascoltatore fosse stato invitato in uno spazio sacro.


La Venere stellata non affolla la sua musica con l'eccesso. Lo lascia respirare, lasciando spazio tra i ritmi, i silenzi tra le frasi e l'emozione tra le armonie. La sua voce si muove con tenerezza e forza, evocando sia morbidezza che chiarezza in egual misura. Piuttosto che concentrarsi sul genere o sulla convenzione, SOUL si aponta all'energia. Le canzoni si gonfiano e si gonfiano come una marea, facendo eco a temi di guarigione, equilibrio e incarnazione. Gli ascoltatori non sono trascinati in una fuga artificiale, ma incoraggiati invece a riconnettersi, a tornare dentro. È un EP che ascolta. Ciò che rende questo debutto particolarmente sorprendente non è solo il suono, ma la profondità dell'intenzione.



Con un background nel jazz, nell'arte visiva e nella pratica spirituale, Starry Venus porta una sensibilità multidimensionale al suo lavoro. La musica sembra realizzata, non solo composta. Ogni strato sembra contenere una storia, un ricordo, una vibrazione destinata a calmare o risvegliare. Mentre il progetto si conclude, c'è un persistente senso di integrità, di qualcosa che è tranquillamente risolto e ancora in movimento. La Venere stellata non richiede attenzione; guadagna fiducia. E così facendo, SOUL la posiziona non semplicemente come una nuova voce nella musica, ma come un'artista che offre qualcosa di sempre più raro: un senso di calma nel rumore.

 
 
 

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