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"Skinheads In My Yard Oy Vey Entr'acte 176" di Steve Lieberman

  • Immagine del redattore: Federico
    Federico
  • 15 mag
  • Tempo di lettura: 2 min
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Steve Lieberman, alias il Gangsta Rabbi, non è il tipico punk rocker. Artista outsider fieramente indipendente, ebreo nazireo e pioniere del "militia punk", la musica di Lieberman è intransigente come la sua storia di vita, segnata da decenni di lotta contro il disturbo bipolare e una leucemia terminale. Con la sua ultima uscita, "Skinheads In My Yard Oy Vey Entr'acte 176", Lieberman scatena una tempesta sonora che fonde noise-punk bruciante, caos thrash-metal e satira pungente per sfidare l'odio e l'intolleranza con abrasiva onestà. Con tutta l'energia cruda e distorta che ci si aspetterebbe da un artista che un tempo deteneva il Guinness dei primati per la canzone ufficiale più lunga, questo singolo è un confronto di tre minuti con l'antisemitismo, la violenza e l'ignoranza sociale.


Il titolo stesso definisce il tono: ironico, provocatorio e inconfondibilmente punk. Lieberman non si sottrae a temi controversi: vi si tuffa a capofitto, urlando nel vuoto con un ululato che è in parti uguali rabbia, resistenza e dolorosa vulnerabilità. Musicalmente, "Skinheads In My Yard Oy Vey Entr'acte 176" è un turbine. È lo-fi, anarchico e rumoroso, caratterizzato dalle esplosioni di flauto, dalle chitarre distorte, dalla batteria iperveloce e dalla voce maniacale, caratteristiche di Lieberman. Sotto il caos, tuttavia, si cela un potente commento sull'identità, la sopravvivenza e la sfida di fronte al bigottismo. L'arte di Lieberman non è raffinata, ma è coraggiosa, e questa audacia è la sua forza.



Per gli appassionati di musica outsider e di punk che colpisce con significato, questo brano è una testimonianza della voce inarrestabile di Lieberman. Non sarà per tutti, ed è proprio questo il punto. "Skinheads In My Yard Oy Vey Entr'acte 176" non chiede la vostra approvazione; esige la vostra attenzione. È aggressivo, onesto e profondamente personale: un documento sonoro di un uomo che non ha più nulla da perdere e che si rifiuta ancora di essere messo a tacere. Nel mondo di Lieberman, la sopravvivenza è ribellione e il rumore è verità.

 
 
 

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