"Q" di Mike Vorpal
- Ester

- 12 lug
- Tempo di lettura: 2 min

In Memes, l'EP solista di debutto di Mike Vorpal, ogni traccia sembra una discesa in un angolo diverso del subconscio. Ma è "Q", la seconda traccia, a distinguersi come forse la più enigmatica e silenziosamente devastante. Laddove "Manhunter" si dibatte minacciosamente, "Q" si ritrae in se stesso, meditabondo, minimale ed emotivamente crudo. Questo è Vorpal nella sua forma più contenuta, ma anche più toccante."Q" inizia con una linea di chitarra scarna, quasi fragile, delicata, leggermente scordata e avvolta in una foschia di fruscio analogico. Il ritmo è quasi assente, più implicito che dichiarato. C'è un palpabile senso di spazio nel mix; il silenzio è usato tanto quanto il suono. Questa compostezza conferisce a "Q" una sorta di eleganza spettrale. È come se la canzone venisse trasmessa da una lontana torre di trasmissione in rovina: frammentata, tremolante e profondamente intima.
Dal punto di vista lirico, "Q" è ellittico e poetico, delineato da pochi versi criptici che riecheggiano a lungo anche dopo la fine del brano. La voce di Vorpal è sommessa, a tratti quasi sussurrata, come se stesse confidando qualcosa che non riesce a dire ad alta voce. Il testo suggerisce temi di perdita, desiderio e crisi d'identità, sebbene nulla sia mai esplicitamente espresso. Piuttosto, la canzone invita gli ascoltatori a proiettare i propri significati nei suoi vuoti.Ciò che distingue davvero "Q" è la sua intelligenza emotiva. Vorpal resiste alla tentazione di riempire ogni spazio, lasciando che la tensione covi lentamente anziché esplodere. La sua esperienza nel sound design cinematografico è evidente qui: la sottile stratificazione delle texture, l'uso del riverbero non solo come effetto ma come spazio narrativo, e il modo in cui il brano sembra esistere in un momento sospeso.
Ci sono pietre miliari sonore qui – i primi Radiohead, lo Scott Walker del periodo tardo, persino un po' del minimalismo spettrale di Grouper – ma Vorpal non imita nessuno. Sta forgiando la sua estetica: malinconica, ponderata e stranamente bella. Se "Manhunter" era il suono del cacciatore in agguato, "Q" ne è il seguito: il fumo, le domande, il relitto emotivo lasciato alle spalle. Nel contesto di Memes, "Q" è un brano cruciale. Dimostra la versatilità di Vorpal, non solo come produttore e chitarrista, ma come artista profondamente riflessivo, che non teme la quiete, l'ambiguità e la complessità emotiva. È un brano straordinario che rimane impresso, riecheggiando silenziosamente nella mente a lungo dopo la sua conclusione.




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