“HELENE” di Joseph Kuhl
- Federico
- 6 giorni fa
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"Helene" di Joseph Kuhl arriva come un inno intriso di tempesta, scolpito da legno e filo, intriso di memoria e silenzio. Rilasciato il 19 marzo 2025 "Helene" non è solo una canzone, ma un testimone, un'elegia e un'offerta di un uomo che ha vissuto attraverso l'occhio dell'uragano Helene ed è tornato non a mani vuote, ma con un dobro e una storia. Nel settembre 2024, la tempesta ha spazzato, lasciando Kuhl intrappolato nell'oscurità: alberi drappeggiati sul suo tetto, porte bloccate, senza energia per dodici lunghi giorni. Ma dove la maggior parte avrebbe aspettato in silenzio, Kuhl si rivolse alla musica, lasciando che le sue dita parlassero dove le parole fallivano. Il risultato è "Helene", una ballata gotica meridionale radicata nella pianura alluvionale del blues e sollevata dai venti dell'Americana.
La traccia si apre con il grido triste del dobro, le sue note piegate come alberi malconci, addolorate ma stranamente vive. Un violino si unisce, intrecciando come un fantasma attraverso il relitto, mentre la batteria costante e la chitarra radicano la canzone in qualcosa di incrollabile. Poi entra la voce di Kuhl: profonda, consumata e piena di fuoco silenzioso. Lui non drammatizza. Lui non suppliche. Racconta semplicemente, e nel raccontare, guarisce. C'è un raro tipo di bellezza qui: una che non chiede attenzione ma la comanda comunque. Ogni testo è invecchiato, ogni frase è pesante di sale e pioggia. I decenni di artigianalità di Kuhl brillano nell'immità tra le righe, nel modo in cui lascia appendere un momento prima di tirare il filo in avanti. Canta non solo della tempesta, ma delle dolorose conseguenze: l'attesa, la solitudine, la lenta e dolorosa ricostruzione.
Eppure, "Helene" non è solo una canzone sul disastro. È un tributo. Una torcia passava da un sopravvissuto all'altro, portando con sé il calore della comprensione. È per coloro che sono rimasti indietro quando i venti si sono placati, per coloro che hanno trovato forza non nello spettacolo ma nella resistenza. Come pezzo di musica, è intimo, deliberato e profondamente umano. Come un pezzo di storia, sembra inciso nelle ossa. Con "Helene", Joseph Kuhl dimostra che anche sulla scia della rovina, qualcosa di onesto e luminoso può sorgere. A volte, un uomo e il suo dobro sono tutta la luce di cui una stanza buia ha bisogno.
Scrittore; Federico
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