“GOD OF THE DEAD” Di Rosetta West
- Federico

- 30 lug
- Tempo di lettura: 2 min

God of the Dead segna un capitolo audace ed espansivo nell'eredità di Rosetta West, con sede nell'Illinois, un viaggio di 15 tracce intriso di blues rock, misticismo ed emozione cruda. Pubblicato dopo le Gravity Sessions più brevi e mirate, questo album completo è pieno di intenti. Si apre con il grintoso e guidato dal tamburo "Boneyard Blues" e si chiude con il cupo e pesante "Midnight", che traccia un percorso attraverso più generi, stati d'animo e trame sonore. Guidata dal fondatore Joseph Demagore, che si occupa di voci, chitarre e pianoforte, Rosetta West continua a sfidare una facile categorizzazione. Il loro suono fonde blues rock con elementi di psichedelia, punk, folk e sperimentazione intrisa di feedback. Ma non è eclettismo a se stesso.
Ciò che unisce Dio dei Morti è il suo nucleo emotivo e la sua parte spirituale, una riflessione ricercata, spesso mistica sulla morte, la sfida e la trasformazione. La sezione ritmica dell'album è condivisa tra i batteristi Mike Weaver e Nathan Q. Scratch, ognuno dei quali porta un impulso distinto alle rispettive tracce. Il veterano di Rosetta West Orpheus Jones comanda il basso con intensità, mentre i musicisti ospiti Louis Constant e Caden Cratch danno peso alle tracce di fermalibri, arricchendo la trama generale senza oscurare il suono caratteristico della band. Piuttosto che una raccolta di singoli, God of the Dead suona come un singolo viaggio ininterrotto. Si appoggia a deviazioni atmosferiche, cambiamenti dinamici e momenti di cruda vulnerabilità.
Il songwriting di Demagore è sia viscerale che poetico, spesso urgente, occasionalmente meditativo, sempre non filtrato. Non mira a compiacere, ma a scoprire. Il risultato è un disco che sembra vissuto e onesto, pieno di grinta, spirito e un senso di scopo rituale. Rosetta West non ha mai seguito un percorso convenzionale, e questa versione riafferma il loro posto ai margini, esattamente dove il loro fuoco brucia più luminoso. Che sia scoperta su Bandcamp, YouTube o sussurrata negli spazi sotterranei, la loro musica rimane ferocemente indipendente e spiritualmente risonante. Il Dio dei Morti non ha fretta di attirare l'attenzione. Aspetta coloro che sono pronti a incontrarlo alle sue condizioni, e una volta entrato, è difficile lasciarlo invariato.
Scrittore; Federico




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